Incantevole oasi di relax, La Collina delle Rose, saprà conquistarvi con il fascino delle sue esclusive atmosfere e con un panorama unico dove mare e montagna si fondono in un connubio perfetto.
Con un sapiente recupero di un complesso rurale di famiglia, Alessio e Rosanna offrono un'ospitalità che fonde la genuinità dei prodotti da loro coltivati all'autenticità delle tradizioni di questa terra.
In armonia con il nome dell'agriturismo le stanze sono contraddistinte con nomi che fanno riferimento alle variazioni cromatiche della rosa presente sulle colline circostanti.
Ogni camera è dotata di ingresso indipendente, Tv, bagno interno con doccia, asciugacapelli, biancheria.
La camera "Rosa Rossa" consente un facile accesso a persone portatrici di handicap e il suo bagno è appositamente attrezzato. Ognuna è diversa dall'altra per colori, tessuti ed arredamento.
La sala comune per la colazione è dotata di tutti i comfort ed un angolo cottura con frigorifero. La colazione sarà preparata personalmente da Rosanna e servita a base di dolci tipici locali e prodotti genuini dell'azienda agricola di famiglia. Inoltre sarà messa a disposizione una lista di ristoranti, pizzerie e trattorie della zona dove si potrà andare a mangiare.
La corte è a disposizione di tutti gli ospiti così come il parcheggio interno.
I nostri prodotti:
All'interno della nostra Azienda potete acquistare olio, vino, e altri prodotti locali dell'Abruzzo, tra cui le famose conserve sottolio preparate personalmente da Rosanna.
L'agriturismo "La Collina delle Rose" inoltre fa parte delle selezionate aziende agricole regionali inserite nel circuito culturale dedicato alle scuole.
Come raggiungerci in automobile:
bivio Volto SantoDa Roma: autostrada A-25 uscita casello Alanno-Scafa direzione Manoppello SS N° 5 (Tiburtina-Valeria). Seguire la segnaletica per il Santuario del Volto Santo. 2 km circa dopo l'incrocio svoltare a dx all'indicazione CONTRADA DEFENZA - LA COLLINA DELLE ROSE B&B. Dopo circa 1 km troverete il nostro agriturismo sulla destra.
Da Bologna: autostrada A-14 verso sud, prendere il raccordo A-25 Pescara-Roma, uscire al casello Alanno-Scafa direzione Manoppello SS N° 5 (Tiburtina-Valeria). Seguire la segnaletica per il Santuario del Volto Santo. 2 km circa dopo l'incrocio svoltare a dx all'indicazione CONTRADA DEFENZA - LA COLLINA DELLE ROSE B&B. Dopo circa 1 km troverete il nostro agriturismo sulla destra.
Da Bari: autostrada A-14 verso nord, prendere il raccordo A-25 Pescara-Roma, uscire al casello Alanno-Scafa direzione Manoppello SS N° 5 (Tiburtina-Valeria). Seguire la segnaletica per il Santuario del Volto Santo. 2 km circa dopo l'incrocio svoltare a dx all'indicazione CONTRADA DEFENZA - LA COLLINA DELLE ROSE B&B. Dopo circa 1 km troverete il nostro agriturismo sulla destra.
Da Pescara: percorre la SS N° 5 (Tiburtina-Valeria) e seguire la segnaletica per il Santuario del Volto Santo. Seguire la segnaletica per il Santuario del Volto Santo. 2 km circa dopo l'incrocio svoltare a dx all'indicazione CONTRADA DEFENZA - LA COLLINA DELLE ROSE B&B. Dopo circa 1 km troverete il nostro agriturismo sulla destra.
Il paese... L'origine del nome del paese deriva dal "manoppio", piccola quantità di grano che può essere contenuta in una mano, simbolo che ritroviamo nello stemma del paese. Tutto ciò conferma l'origine del nome Manoppello che si deve dall'unione delle parole latine "manus" e "plere" cioè "mano piena". Il covone di grano indica la fertilità della terra, che in epoche passate, soprattutto in epoca romana, garantiva prosperità e abbondanza di raccolti. Infatti reperti archeologici sono stati rinvenuti nella zona oggi denominata Valle Romana, tra cui una villa romana con mosaici ancora intatti. Il comune è diviso in 4 nuclei distinti: Manoppello, Manoppello Scalo, Santa Maria Arabona, Ripacorbaria. Manoppello è conosciuta soprattutto per il Volto Santo e l'Abbazia di Santa Maria Arabona. L'attuale insediamento urbano, nelle sue caratteristiche architettoniche, porta la chiara impronta delle strutture urbanistiche medievali. A scopo difensivo Manoppello sorse su di una collina e fu abbracciata da una cinta muraria della quale oggi resta solo uno scorcio. Delle quattro porte d'accesso all'antica cittadina, poste in corrispondenza dei punti cardinali, restano, invece, tracce evidenti. Arteria principale dell'agglomerato è il corso che si snoda tra le due estremità del centro storico, da Piazza San Francesco, in cui un tempo sorgeva un convento francescano del quale non restano che preziosi ruderi, a Piazza Castello, così denominata perché vi si ergeva il castello tanto citato dalle fonti e famoso per l'assedio che sostenne nel 1*** contro Ladislao, e nel 1440 contro Braccio di Montone.
Il corso è arricchito dal pregio architettonico di imponenti palazzi dalle cornici in pietra finemente lavorati, tuttora abitati e un tempo sede dei signorotti del luogo; un tessuto edilizio di minor valore si estende, invece, nella parte ovest del paese - molto più sviluppata della parte est- che pare costituisse il nucleo originario dell'insediamento longobardo, in seguito ampliato e meglio definito nell'assetto odierno.
Il santuario del Volto Santo... Il Volto Santo è un'immagine di tema religioso conservata nel suo omonimo Santuario.
Si tratta di un velo tenue che ritrae l'immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto essere quello di Cristo. Secondo Chiara Vigo il velo è di bisso marino, ma c'è anche chi, come Gian Marco Rinaldi, ritiene che tale affermazione non sia provata. L'immagine ritratta, secondo una tradizione, è "acheropita", cioè un'immagine che sarebbe "non disegnata o dipinta da mano umana", ed ha una caratteristica unica al mondo, l'immagine è visibile identicamente da ambedue le parti.
I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l'ordito e la trama, visibile ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0, 17 x 0, 24 m. Questa reliquia di origine ignota giunse a Manoppello nel 1506, portata da uno sconosciuto pellegrino, scomparso senza lasciare traccia subito dopo aver consegnato il Velo al fisico Giacomo Antonio Leonelli.
Le origini
Il santuario del Volto Santo da quattro secoli il Santuario del Volto Santo è meta di pellegrini provenienti dallItalia e da altre parti del mondo. Studiosi, teologi, filosofi, scrittori, artisti, uomini dotti, personaggi ecclesiastici e politici hanno sostato dinanzi al Santo Volto.
Come tutti i Santuari anche questo è “luogo di conversioni, di riconciliazione con Dio e oasi di pace” (Giovanni Paolo II), “stazione e clinica dello spirito” (Paolo VI).
Il santuario del Volto SantoChi desidera informazioni o prenotare un pellegrinaggio al Santuario può rivolgersi allufficio pellegrini tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 12.00e dalle 16.00 alle 18.00. Per una buona riuscita si consiglia sempre la prenotazione.
Santa Maria Arabona... Diverse sono le interpretazioni circa lorigine del nome “Arabona” o “Orbona”. Fra le più accreditate cè quella secondo cui nel luogo ove sorge lAbbazia, poteva trovarsi unara dedicata ad una Dea adorata dai Romani. Il suo nome era Orbona ed era invocata dai genitori che non avevano figli o che desideravano averne degli altri. Cè poi il culto della Dea Bona, divinità di origine greca, che potrebbe essere la stessa Demetra che spesso troviamo rappresentata con lo scettro in mano, simbolo del potere. La Bona Dea era festeggiata il primo di maggio e le celebrazioni prevedevano sacrifici di scrofe ed altri animali. Si danzava a si beveva molto vino in quanto si credeva che la Dea usasse ubriacarsi. E certo che la Dea Bona fosse adorata in terra dAbruzzo. Su un'area, in cima ad una collina, da dove si domina parte della vallata del Pescara, i Cistercensi cominciarono nel 1208 la costruzione della chiesa abbaziale dedicata alla Vergine Maria.
L'edificazione fu iniziata dalla parte absidale e dal transetto, poiché la navata centrale, interrotta all'altezza della seconda campata, risulta essere anteriore di almeno mezzo secolo alla sua prosecuzione verso la facciata. La mancanza di gran parte del piedicroce è giustificata dall'abbandono del progetto iniziale e dalla conclusione affrettata dei lavori, forse per le avvisaglie di un decadimento economico e strategico all'interno della politica dell'ordine.
Di impianto semplice a croce latina, la chiesa si sviluppa soprattutto nella navata centrale che si conclude con l'abside, nella cui apertura è posto l'altare. Le navate laterali sorreggono l'intera volta e gli altari sono disposti lungo il transetto. L'interno è caratterizzato dalla presenza delle costolature che danno slancio ai volumi e sottolineano le luci degli archi e le fughe delle volte.
In mezzo ad uno spazio sobrio e lineare spicca la ricchezza degli arredi costituiti dal tabernacolo e dal candelabro.
Il tabernacolo è formato da un'edicola gotica finemente lavorata, che appoggia al muro; il cero si innalza con un'aerea leggerezza su una snella colonnina, sostenuta da due cani e da un leone rampante.
Tre dipinti firmati da Antonio Martini di Atri e datati al 1377, decorano la parete del coro: rappresentano, nel'ordine, una Santa coronata, una Crocifissione e una Vergine in trono con Bambino, che a sua volta tiene tra le mani un piccolo cane bianco.
La chiesa è circondata da un parco dal quale si accede al corpo restante dell'abbazia.
Nei primi anni cinquanta l'abbazia fu sottoposta a restauri che si conclusero con la riapertura al culto il 25 settembre 1952 alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi.
Nel 1968 fu donata dalla famiglia Zambra all'ordine dei Salesiani e recentemente, dal 1998, è sotto il diretto controllo della curia di Chieti.
Abbazia di San Liberatore - Serramonacesca... Nel 990 d. C. un forte terremoto distrusse il piccolo cenobio monastico situato sulla sponda sinistra del fiume Alento. Sono ancora avvolte da un alone di mistero le origini di questa piccola comunità, legate probabilmente ad una committenza longobarda. Nell'anno 1007 l'abate di Montecassino inviò il monaco Teobaldo a restaurare il complesso monastico, da lui trasformato in una basilica romanica, affiancata a destra da un campanile e a sinistra da un chiostro, oggi distrutto.
Architettura
L'abbazia si trova immersa in uno scenario di suggestivo valore naturalistico, si presenta con una facciata bianca equilibrata nei volumi e affiancata da un campanile a pianta quadrata sviluppato in tre piani traforati da monofore, bifore e trifore. La facciata ha uno schema disegnato da rilievi verticali con un gusto lombardo.
La ripartizione interna dell'impianto basilicale è a tre navate con sette arcate a tutto tondo che insistono su pilatri triangolari.
Al presbiterio si accede attraverso tre archi di trionfo (manca quello centrale), che poggiano su piloni a forma di croce e terminanti con belle decorazioni a ovuli e dentelli; questo stesso tipo di decorazione divide in senso orizzontale le muraglie della navata centrale sino a portarsi sull'abside, terminando in tre ordini circolari.
Il soffitto è a capriate lignee; nella navata sinistra si scorgono gli originari accessi al chiostro e alla residenza del monastero, rappresentate da due porte decorate; è possibile notare sull'architrave della seconda porta il caratteristico motivo a fiori tipico del romanico abruzzese.
Il pavimento della navata centrale presenta una bella e rara composizione geometrica policroma databile intorno al 1200, mentre gli affreschi che ornavano il catino dell'abside, un tempo uniti, oggi sono ammirabili separatamente dopo l'ultimo restauro; il primo, posizionato su pannelli è del XVI secolo e raffigura il monaco Teobaldo, fondatore dell'abbazia, il secondo, più antico (XII secolo, rimasto nella sua posizione originaria presenta tracce di figure di santi.
Gli eremi...
CON CELESTINO V SUI MONTI DELLA MAJELLA:
I luoghi di culto della Maiella: tanto numerosi che Francesco Petrarca definì la montagna “domus Christi”. Ma può una montagna essere la Casa del Signore? Se si, questa è la Majella. Quaranta, forse più, sono i luoghi di culto, per lo più eremi, nascosti nei più remoti anfratti, nei più solitari valloni del Parco Nazionale.
Eremo Santo Spirito a Majella - Roccamorice...
Partendo dal Paese, una ripida strada conduce al vallone di Santo Spirito, dove sorge lomonimo eremo.Il complesso è stato costruito prima dellanno 1000. Vi dimorò Pietro Angeleri, qui il santo eremita stabilì la casa madre della sua comunità monastica costruendo un complesso che comprendeva un oratorio, lalloggio dei monaci e le celle per il ritiri cenobitici. Oggi leremo è costituito dalla Chiesa, dalla sagrestia, dalla foresteria disposta su due piani e da cinque cellette oltre alla scala santa interamente scavata nella roccia che conduce alloratorio della Maddalena. I monaci accolgono nella foresteria chiunque voglia condividere per breve tempo la vita comunitaria (anche non credenti) e sono a disposizione per guidare i visitatori alla scoperta del luogo.
Eremo San Bartolomeo in Legio - Roccamorice...
Questo Eremo fu costruito in un periodo anteriore al 1000 e successivamente restaurato da Celestino V intorno al 1250 e da lui usato per numerose quaresime a cui si sottoponeva. Ledificio si estende in uno scenario arido, sotto un costone roccioso che lo ricopre completamente.AllEremo vero e proprio si accede attraverso una scala scavata nella roccia, la Scala Santa, che porta ad una balconata rocciosa alla fine della quale si trova la chiesa. Allinterno della chiesa si nota un semplice altare sui cui è posta la statua lignea di S. Bartolomeo, e sulla parete sinistra una vaschetta che raccoglie una modesta risorgenza dacqua che i devoti ritengono miracolosa.
Eremo di San Giovanni allOrfento - Caramanico...
Leremo di San Giovanni, situato a 1227 metri di altezza in un luogo impervio, allinterno del comune di Caramanico, è sicuramente il più inaccessibile degli eremi frequentati da Celestino V. Egli trascorse qui vari periodi di penitenza e quasi ininterrottamente dal 1284 al 1293. Anche nei periodi di assenza del santo, leremo fu spesso abitato dai suoi discepoli. Ciò che oggi vediamo è solo la parte eremitica dellantico convento: infatti nel sottostante riparo vi erano una chiesetta, le cellette dei monaci e una foresteria per i pellegrini. Laccesso alleremo avviene attraverso una scalinata e un camminamento scavati nella parete, che in prossimità dellingresso si interrompe costringendo il visitatore a strisciare per alcuni metri (anticamente in questo punto vi era una passerella di legno). Una volta entrati troviamo, scavati nella roccia, due piccoli ambienti con numerose nicchie e un altarino. Di notevole interesse è limpianto idrico scavato nella roccia, che raccoglie lacqua piovana convogliandola in una cisterna.
Eremo di SantOnofrio allOrfento - Caramanico...
Nella valle dellOrfento, attraverso il guado di SantAntonio, si raggiunge leremo di SantOnofrio. Leremo viene menzionato in un documento del 1844. Molto probabilmente venne dedicato a SantOnofrio in ricordo del più famoso eremo celestiniano sito sul Morrone. La struttura più consistente rimasta in piedi è costituita da parte del muro laterale dellantica chiesa, il quale si sviluppa per circa 14 metri con unaltezza che arriva fino ai tre metri. La più facile via di accesso alla valle e alleremo è dalla località S. Croce, nella parte alta di Caramanico, dove vi è il centro visita della Forestale (per accedere alla valle ci vuole, infatti, lautorizzazione del Corpo Forestale).
Descrizione ufficiale (+)
Buonissima accoglienza, ospitalita' e gentilizza, siamo stati benissimo, anche il bambino
Panori - Abbadia S, S.