Per trovarla devi quasi andare a cercarla, poi quando la trovi ti accorgi dessere arrivato in quellEden che tante volte hai inseguito, agognato e sognato.
Ti dici: ecco questo è il luogo dove mi piacerebbe vivere e amare, fossanche per un breve periodo della mia vita, per una vacanza.
E Forru-Collinas.
Il luogo dove i colori, i profumi, le asprezze e tenerezze dellisola di Sardegna si concretizzano nei suoi muri di pietra, nei saliscendi delle sue stradine, nel rosso dorato dei suoi tramonti, nel sorriso della sua gente.
Forru-Collinas è li che ti attende con le sue magie.
Incassato in un fondovalle coronato dalle colline, il piccolo centro ha radici lontane. Indubbiamente nuragiche visto che il suo territorio ne è punteggiato a macchia di leopardo. Incerta lorigine del suo nome: secondo alcuni studiosi la parola Forru deriverebbe dal fenicio “For” che significherebbe giardino; secondo altri sarebbe invece da collegare al nuraghe che svetta sul colle di “Genna Maria” dove la ricerca archeologica ha accertato venissero fusi i primi metalli. A sostegno di tale ipotesi il detto che recita “Genna Maria fumat ma non codit pani” (Genna Maria fuma ma non cuoce pane). Lultima ipotesi sul nome del paesetto, che nel 1863 venne cambiato in Collinas, è da far risalire al periodo romano: Forum, mercato.
Come tutti i piccoli centri della Marmilla anche Forru-Collinas seguì le vicende legate al Giudicato dArborea, incluso nella curatoria del “Parte Montis”, del quale rappresentava uno dei centri più vitali. Caduto il Giudicato dArborea il paese fu annesso alla contea di Quirra (1478) per passare poi al Casato dei Nules nel 1504 e nel 1675 al duca di Candia Francesco Borgia. Dai Borgia si passa quindi agli Osorio della Cueva Castelvì. Infine i Carroz con i quali si chiude il periodo feudale.
Comincia la storia moderna di Forru-Collinas.
E una storia a caratteri maiuscoli, soprattutto per quanto concerne il periodo risorgimentale con il forrese, Giovanni Battista Tuveri, esponente di spicco dellala republicano-federalista.
Il centro abitato, sviluppatosi nella sua forma attuale nel medioevo, presenta agli occhi del visitatore la laboriosità dei suoi abitanti, il buon gusto e la profonda religiosità che si manifesta nei suoi monumenti realizzati soprattutto nel corso del XVII secolo.
Storicamente la prima Parrocchiale di Collinas era la Chiesa di S. Sebastiano. Lespandersi del villaggio ha portato, nel XVI secolo, alla edificazione dellattuale Parrocchiale dedicata a S. Michele Arcangelo; molte e pregevoli le opere darte in essa custodite.
Altri monumenti su cui si concentra la spiritualità collinese sono la Chiesa di S. Rocco edificata nella seconda metà del 600 per ingraziarsi i favori del Santo contro il terribile flagello della peste e la Chiesetta campestre, con annesso “bosco sacro”, di S. Maria Angiargia.
Il territorio ricoperto da una splendida vegetazione, il centro storico con le sue costruzioni in pietra locale, le emergenze archeologiche fanno di questo villaggio uninteressante occasione di visita per i turisti che vogliono legare alle loro escursioni, Cultura, Archeologia e Ambiente.
Immerso nel verde alterna gli spazi pensati per il relax agli spazi produttivi della tenuta.
Il boschetto di pini è collegato, con un sentiero che passa di fronte al grazioso laghetto dei papiri, all'accogliente terrazzino.
Altri angoli di giardino richiamano in modo volutamente casuale alle attività produttive, dalla vecchia macina all'erpice posato nei pressi delle siepi di fichi d'india.
Le camere tutte accoglienti e dotate di servizi e riscaldamento autonomo, ricordano negli oggetti che le arredano, le tipiche case campidanesi: il grande camino delle case padronali, lo scranno smaltato, il lavamani, la testiera in ferro battuto.
Dalle ampie finestre lo sguardo spazia dal profilo del Monte Arci fino a tuffarsi nelle acque del golfo di Oristano a oltre 50 km di distanza.
La sala d'ingresso ampia e accogliente, corredata di una ricca libreria, è il luogo ideale per un po' di riposo dopo una giornata intensa.
Nei pomeriggi estivi lo spazio relax si estende al terrazino esterno e al boschetto di pini, dove i più piccoli possono giocare mentre i più grandi si distendono sulle amache.
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