L'hotel La Villa, situato in una posizione strategica, dona ai suoi ospiti una vista mozzafiato del lago di Bracciano da godere in piena tranquillità, ed offre in più la possibilità di raggiungere, in pochi minuti, il centro del paese ed i principali servizi; a pochi metri dal complesso è presente una delle fermate della linea urbana, che collega il paese con la stazione ferroviaria.
La gestione diretta, completamente rinnovata e l'ambiente giovane ed allegro trasformano l'hotel in una "villa su lago", facendone un simpatico luogo di vacanza e relax.
Le sue camere dal sapore caratteristico, alcune delle quali dotate di camino e terrazza panoramica, riportano ai piaceri della vita semplice, a ritmi cui non siamo più abituati, scanditi dalla risacca del lago e dal planare dei gabbiani.
L'hotel La Villa rappresenta la soluzione ideale per quanti desiderino trascorrere la loro vacanza divisi tra sport, relax, divertimento e cultura, grazie alle scuole di vela, canoa
e windsurf, ai circoli velici, alle spiagge attrezzate, ma anche ai musei, ai castelli e alle rovine che arricchiscono il nostro patrimonio artistico e culturale.
Tutte le camere sono dotate di servizi privati, doccia, TV e cassaforte.
Inoltre, l'albergo offre ai propri ospiti il servizio bar ed una rimessa per moto e biciclette.
IL TERRITORIO
Il lago di Bracciano, di origine vulcanica, si trova a pochi chilometri da Roma, incastonato fra i paesi di Anguillara, Bracciano e Trevignano.
Le sue acque, grazie ai depuratori e ai costanti controlli volti a prevenirne l'inquinamento, sono così pulite da costituire il bacino di riserva per le emergenze idriche della città di Roma, e offrono la cornice ideale tanto per rilassanti passeggiate, quanto per giornate all'insegna dello sport.
Anguillara Sabazia e il suo promontorio Inizialmente, il lago era chiamato “Sabatino” per la sua vicinanza con l’antica città di Sabate, situata sotto l'attuale Trevignano.
In ricordo di quella città Anguillara acquisì poi l’appellativo “Sabazia”.
Ad Anguillara Rutilia Polla, nobile romana, fece costruire una villa sul promontorio che si affaccia, formando un angolo, sull'acqua; da quella villa, detta "Angularia" e non dalle anguille che popolano il lago, prende il nome il paese.
Il castello Orsini OdescalchiAnche se alcuni reperti ci svelano una Bracciano abitata dagli Etruschi, la vera tappa obbligata per chi visita questo paese è senz'altro il castello Orsini-Odescalchi, edificio fortificato inizialmente sede del prefetto, che nel 1475 fu ampliato da Napoleone Orsini; nei secoli passò dalle mani degli Orsini a quelle degli Odescalchi a quelle dei Torlonia, per poi tornare definitivamente agli Odescalchi che ne sono tuttora i proprietari.
La rocca OrsiniTrevignano nasce dalle ceneri dell'etrusca Sabate, i cui resti sarebbero sprofondati nel lago. Il Museo Etrusco, sito nel palazzo Comunale, custodisce i preziosi reperti rinvenuti nella necropoli dell'Olivetello.
Suggestiva testimonianza del feudo medievale, i resti della rocca Orsini si ergono dalla cima di un'alta rupe, circondati dall'antico borgo e dalle sue mura.
Uno scorcio della Città MortaSull'argine del fiume Arrone, a poca distanza dal borgo di S. Maria di Galeria, troviamo Galeria, la Città Morta. Anch'essa di origine etrusca, nel corso dei secoli passò di mano in mano, vittima di un inarrestabile decadimento; fu soggetta a invasioni e distruzioni fino alla malaria che nel '700 afflisse l'Agro romano, segnandone la fine.
Tra le rovine, formazioni vegetali di grande interesse ospitano varie specie di animali; anche l'Arrone, che nei pressi della città compie una cascata, offre asilo a numerose varietà di pesci. Nel 1999, grazie alle sue attrattive naturalistiche, Galeria è stata dichiarata Monumento Naturale dalla Regione Lazio.
In un itinerario attraverso le bellezze del viterbese, non può mancare una passeggiata nella riserva naturale lungo il lago di Vico. Nato 700.000 anni fa dallo sprofondamento di un vulcano, si estende per circa 12kmq, a più di 500 metri sul livello del mare. Tra castagneti e querceti ed un ricchissimo sottobosco (almeno quindici specie di orchidee selvatiche) vivono la volpe, la donnola, la marmotta, il ghiro e il gatto selvatico.
Si può raggiungere il lago passando per Sutri, città di origini antichissime. Notevoli l’anfiteatro scavato interamente nel tufo (I sec. d.C.) ed il Mitreo (III sec.), dedicato al culto orientale del dio Mitra.
Posta sulla via Francigena, Sutri raggiunse la massima popolarità nel Medioevo, quando divenne passaggio obbligato dei pellegrini diretti verso Roma dal Nord Europa.
Sempre nelle vicinanze del lago merita una visita Caprarola, con i suoi giardini all'italiana animati da giochi d'acqua e Palazzo Farnese a sovrastare il borgo quattrocentesco.
Alle Pendici dei Monti Cimini troviamo Viterbo. La necropoli rupestre di Castel D'Asso, poco distante dalla città, contiene tracce evidenti che vedono negli etruschi i primi abitanti di queste zone. L'insediamento fu distrutto dai Romani nel 310 a.C. durante la conquista della Tuscia, ma la città visse una rigogliosa rinascita dovuta alla vicinanza con la via Cassia, che si andava sviluppando di pari passo con le conquiste romane.
Le invasioni medievali e la lunga dominazione Longobarda portarono, nella seconda metà del 700, all'unione di vari paesi all'interno di un'unica cinta muraria.
L'edificio più importante della città è il Palazzo Papale. In stile gotico, risale alla seconda metà del XIII secolo; fu sede di numerosi conclavi, fra cui quello del 1271, che è ricordato come il più lungo della storia della chiesa e che si concluse con l’elezione di Gregorio X dopo 33 mesi di vacanza della sede papale.
L'Orco, per alcuni un rappresentazione della porta dell'inferno
A 20 chilometri da Viterbo troviamo Bomarzo ed il suo Bosco Sacro, meglio conosciuto come "Parco dei mostri". A commissionarlo fu, nella seconda metà del 1500, l'eccentrico principe Vicino Orsini. Nella cornice di un anfiteatro naturale, scolpite nei massi di peperino disseminati per il parco, si trovano figure spaventose, grottesche, che risvegliano nel visitatore una curiosità mista a soggezione. La fitta vegetazione diventa il sipario ideale per una scenografia ricca di mistero, svelando di volta in volta creature mitiche, fantastiche, addirittura crudeli, ma anche costruzioni bizzarre come la "Casa pendente", l'Orco (foto) o il tempio in memoria di Giulia Farnese, che l'Orsini fece costruire alla morte della moglie.
Alla morte del principe il parco cadde nell'oblio finchè, nel 1954, Giovanni Bettini lo acquistò ed avviò i lavori di ristrutturazione, restituendo alla nostra regione un'opera di grande valore.
Questo breve percorso alla scoperta del nostro territorio si conclude con uno sguardo
al lago di Bolsena, che vanta il primato europeo di grandezza tra i laghi di origine vulcanica.
La zona fu abitata dalla prima età del ferro, come documentano i resti di villaggi oggi sommersi dale acque. In epoca pre-etrusca vi sorgeva il centro di Bisenzio e, più tardi, vi prosperò l'etrusca Vesna, che divenne la latina Volsinii e l'odierna Bolsena.
Dalle sue acque emergono due isolette, la Martana e la Bisentina; per visitare quest'ultima occorre prendere il battello che parte da Capodimonte.
Descrizione ufficiale (+)