Di nuova costruzione, realizzato in stile mediterraneo, è ubicato in collina in una posizione invidiabile dalla quale domina l’intera piana di uliveti di Mattinata. Il panorama è meraviglioso ed indimenticabile, un’oasi di tranquillità, una miscela di colori che vanno dal verde delle olive all’azzurro del mare nella baia di Mattinata. Dal paese dista circa 2 km e soli 500 mt dal mare. Gli appartamenti elegantemente arredati dispongono tutti di veranda esterna panoramica, da cui è possibile godere simultaneamente della suggestiva vista del mare da una parte e del paese dall’altra. A completare la struttura vi è la nuovissima piscina ubicata tra gli ulivi secolari, l’odore degli agrumi e la notevole varietà di fiori; dispone inoltre di un solarium attrezzato per godere di intere giornate di sole in pieno relax.
Appartamenti
BILOCALE 4 PERSONE: composto da camera da letto matrimoniale, soggiorno con angolo cottura e divano letto doppio, bagno con doccia.
TRILOCALE 4/6 PERSONE: camera da letto matrimoniale, camera con due letti piani, soggiorno con divano letto doppio e angolo cottura, bagno con doccia.
ATTREZZATURE E SERVIZI: piscina, solarium, parcheggio, barbecue comune, servizio spiaggia, nolo TV a pagamento.
DISTANZA DAL MARE: 500 mt.
SPIAGGIA: ghiaia.
ANIMALI: non ammessi
Come Arrivare
IN AUTO: Da Nord autostrada A14 (Bologna-Bari) uscire al casello di Foggia e proseguire con la Superstrada S.S.89 da Foggia per Mattinata (circa Km.50).
Dal Sud autostrada A16 (Taranto-Bari) uscire al casello di Cerignola, proseguire per Manfredonia ed immettersi sulla Superstrada S.S.89 Foggia-Mattinata (circa Km.60).
Dal Centro autostrada A1 (Roma-Napoli) uscire al casello di Foggia e proseguire con la Superstrada S.S.89 da Foggia per Mattinata (circa Km.50).
IN TRENO: Dalla stazione ferroviaria di Foggia trasferimenti com mezzi pubblici di linea (Ferrovie del Gargano e SITA).
IN AEREO: Da Bari "Palese" e Foggia "Gino Lisa" trasferimenti con mezzi pubblici di linea.
Cosa visitare...
Le Tremiti, unico arcipelago dell' Adriatico, sono costituite da cinque isole (Domino, l'isola più famosa, Nicola, Capraia, Cretaccio, Pianosa) ed alcuni scogli, di modestissime dimensioni. Si trova nell' Adriatico, una ventina di chilometri al largo delle coste settentrionali del Gargano, facilmente raggiungibile dalle coste limitrofe via elicottero o via nave. Le Tremitisi sviluppano per una superficie complessiva di circa 3 kmq ed una popolazione di circa 350 abitanti (che, oltre tutto, non vi risiedono per l'intero anno), rendendo il comune il più piccolo della Puglia.L'arcipelago delle Isole Tremiti è un piccolo angolo di paradiso, in cui la limpidezza del mare, i fondali variopinti e puliti, il clima gradevole, l'aria pura, la vegetazione rigogliosa la natura incontaminata, le coste aperte da cale e grotte suggestive creano zone di una bellezza eterea. Sebbene di modesta estensione, le Isole Tremiti offrono un sorprendente campionario di situazioni ambientali che ci si aspetterebbe di trovare in un'area di ben altre dimensioni. In circa 20 km di costa sono rappresentate le più significative morfologie: coste basse con spiagge sabbiose, baie e promontori, coste alte rocciose con falesie a strapiombo sul mare. Le isole hanno caratteristiche morfologiche differenti e per certi versi complementari. Domino, l' isola più estesa, ricoperta da una foresta di pini d'Aleppo e lecci, è sicuramente la più bella dal punto di vista paesaggistico-naturalistico. Nicolaè ricchissima di monumenti, testimonianza della storia delle isole: torri, fortificazioni imponenti, muraglie, chiese e chiostri di una fortezza-abbazia, Santa Maria a Mare, che ricopre un rilevante interesse storico e artistico. è deserta d'alberi e di edifici, ma coperta d'erbe e fiori sfolgoranti, meta e dimora di una sterminata colonia di gabbiani. , poco più che uno scoglio, è un ponte naturale tra San Domino e San Nicola e per diverso tempo fu davvero il "pilone" di un ponte che collegava le due isole maggiori. (non riportata in figura), posta ad una ventina di chilometri a nord-est dell'isola di Capraia, rientra amministrativamente nel comune delle Isole Tremiti. Costituisce riserva integrale del Marino.
Foresta Umbra
Nel cuore del territorio garganico, per ben 10.426 ettari si estende la Foresta Umbra. Essa rappresenta il polmone verde del Parco Nazionale del Gargano si sviluppa fino a circa 830 m. di altitudine. La foresta è millenaria e, a dispetto dei disboscamenti e degli incendi che si sono succeduti nei secoli, ha conservato, quasi integralmente il suo manto vegetativo. Nella parte più alta si trovano le latifoglie (carpino bianco e nero, aceri, roverella e leccio). Più in basso, le faggiete, scendono fino alla quota di 270 m s.l.m., probabilmente per una particolare miscela di fattori climatici ed ambientali. Nel sottobosco sono presenti varie specie di flora erbacea: dalle decine di specie di orchidee agli anemoni, dalle viole ai ciclamini. Ma è il faggio l'albero più importante e rappresentativoforesta Umbra. Esso al suo interno raggiunge i 30 m. di altezza con un tronco dritto e ramoso e una chioma assai folta e compatta, dando vita a delle estese fustaie dall'aspetto maestoso.foresta ospita una fauna molto ricca di cui fa parte il "capriolo italicus".. Altri mammiferi presenti sono il tasso, il gatto selvatico e la martora o faina.
Tra le specie volatili troviamo il picchio (picchio rosso maggiore e rosso minore, rosso mezzano e il più raro picchio a dorso bianco, presente solo nei boschi di faggio più maturi, di cui può riuscire a scavare il legno).. Sempre tra gli uccelli, ma nella categoria dei predatori, troviamo lo sparviero, il gufo reale ( nelle aree più occidentali) e Tra questi, lo sparviero è presente tutto l'anno in Foresta. Numerose sono, invece, le specie di passeriformi che nidificano nella foresta, come la balia col collare, il frosone, il tordo bottaccio, la bigia grossa ed altre ancora.
La Foresta Umbra è attraversata da 14 sentieri realizzati dal Corpo Forestale dello Stato, tutti facilmente percorribili a piedi. All'inizio di ogni sentiero vi sono tabelle di legno che riportano il nome della località di partenza e quello di arrivo ed il tempo di percorrenza (andata e ritorno). Inoltre, ogni sentiero è contrassegnato da bande gialle sui tronchi degli alberi come delimitazione del tracciato, al fine di non smarrirsi
Punto informativo della foresta è il Centro Visitatori con annesso il Museo Naturalistico. Nel Museo si trova una sezione dedicata alla flora, una sezione archeologica, dove sono esposti una serie di manufatti risalenti al paleolitico e al neolitico ed una sezione dedicata alla fauna garganica, con più di 200 animali impagliati che vivono nel parco. All'esterno, invece, è stata ricostruita fedelmente la casa di un taglialegna.
Monte Sant'Angelo
Caratteristico centro Garganico, Monte Sant'Angelo a 843 metri d'altitudine, ai margini della foresta Umbra, è situato in una posizione panoramica su uno sperone meridionale del promontorio con la vista sul tavoliere e sul golfo di Manfredonia.Da Foggia dista 54 Km, e da Manfredonia 15 Km. Un posto piena di fascino sia per la spiritualità che emana sia per la storia che è scritta tra le sue mura, centro frequentatissimo nel medioevo da pellegrini e da crociati pronti a recarsi in terra Santa, tradizione rimasta nei secoli fino ad oggi.Il santuario di San Michele Arcangelo, che fu realizzato nella grotta dove tra il 490 ed il 493 avvenne l'apparizione dell'Arcangelo ad un pastore, costituì il perno attorno al quale si sviluppò l'abitato sin dal V sec..Diverrà il santuario nazionale dei Longobardi e nel corso dei secoli vedrà illustri pellegrini, papi, santi e sovrani. All'esterno del santuario si erge un imponente campanile, di forma ottagonale, costruito nel 1274 su commissione di Carlo I D'Angiò, modellato secondo lo schema e le proporzioni delle torri di Castel del Monte. Il santuario presenta all'esterno un doppio portale gotico in cui si apre l'accesso a cinque rampe di scale che si sprofondano nella roccia per condurre all'atrio interno della chiesa con portale romanico provvisto di porte bronzee realizzate a Costantinopoli nel 1076 donate dal nobile amalfitano Pantaleone III. All'interno ad una navata con volte ogivali della chiesa è collegato (sul lato destro) la grotta del santuario primitivo, ricco d'opere d'arte, tra queste la statua marmorea dell'arcangelo è attribuita ad Andrea Sansovino (XVI) e la sedia episcopale marmorea del XII sec., su due leoni accovacciati. Sulla sinistra dell'altare dell'Arcangelo si trova l'altare della Madonna, con tre sculture in pietra sulla parete: la Trinità del XI sec., la Madonna delle Grazie e S. Matteo.Nel museo sito all'interno del santuario sono presenti alcuni reperti di frammenti scultorei rinvenuti dagli scavi e dalle varie campagne di restauri effettuati nella basilica di san Michele, altri reperti provengono dalla vicina Abbazia di Santa Maria di Pulsano.Di particolare interesse i resti dell'ambone (1041), scolpito dall'arcidiacono Acceptus , composto dal leggio, dall'aquila e dai capitelli. Del sec. XII sono i resti della poco lontana chiesa di S. Pietro, che contiene la cosiddetta Tomba di Rotari (Re Longobardo), forse un antico battistero romanico, con uno splendido portale finemente scolpito.Nei presi di S. Pietro è la chiesa di S. Maria Maggiore con facciata ricca di elementi del romanico pisano e all'interno affreschi di derivazione bizantina (sec. XII-XIV). A nord-ovest dell'abitato troviamo il castello, con torre normanna voluta da Roberto il Guiscardo, restaurato nel XIII sec. da Federico II e successivamente alla fine del sec. XV.
Piacevole può essere la visita del rione medioevale Junno, ben conservato caratterizzato da case addossate le une alle altre, a schiera. Degna di attenzione la visita al Museo Civico delle Arti e Tradizioni Popolari del Gargano.
Manfredonia
Manfredonia è situata ai margini del Tavoliere, sul golfo più grande dell'Adriatico centromeridionale. E' la città portuale e marittima per eccellenza in provincia di Foggia.
La cittadina dauna conta oggi circa sessantamila anime e si estende lungo la fascia costiera; confina a Sud con Zapponeta ed a Nord con il territorio di Monte Sant'Angelo, ai piedi del Gargano. Il clima è temperato tutto l'anno con valori di 16° C.
Deve il suo nome a Re Manfredi, figlio del grande Federico IIche la fondò nel 1256, per trasferirvi i superstiti dell'antica Sipontum distrutta dal terremoto del 1223. Vuole la leggenda che Manfredi giunto a Siponto trovò la città devastata, desolata e malarica e gli abitanti costretti a vivere in condizioni miserrime Non rimase insensibile a tanto squallore e decise di costruire una nuova città a 2 miglia ad est di Siponto dove l'aria era salubre e le condizioni di vita migliori. Nelle intenzioni di Manfredi la sua città doveva essere pari a Napoli e Palermo. Sorse, infatti, come porto franco, la dichiarò città di regio diritto, le concesse immunità e franchigie e nel 1263 la dotò perfino di una zecca. Se la morte non avesse colpito il suo fondatore sarebbe certamente divenuta capitale dei traffici mediterranei.alle bellezze naturali e paesaggistiche, Manfredonia conserva intatti frammenti di storia di notevole interesse. Il castello svevo-angioino, la cui pianta fu disegnata dallo stesso Manfredi che ne avviò i lavori , proseguiti, poi, da Carlo I d'Angiò, come si rileva dai documenti della cancelleria Angioina e che oggi, è sede del Museo Nazionale; la Basilica Minore di Santa Maria Maggiore di Siponto (sec.XII); l'Abbazia di S.Leonardo in Lama Volara (sec:XI); la chiesa di S.Domenico, con annesso monastero (oggi sede municipale); la chiesa Cattedrale dedicata a S.Lorenzo Majorano, vescovo di Siponto (488-545) dove sono custodite pregevolissime opere d'arte: l'icòna della Madonna di Siponto (sec.XII); la statua lignea della Sipontina (VI sec.), il Crocifisso in legno (XIII sec) ed il Cristo alla colonna (XVI sec.).le diverse culture, tradizioni ed attività, quali: la marinara, montana ed agricola, così diverse, così uguali, si è stabilito un meraviglioso fil rouge tale da rendere questa città vivibile, a misura d'uomo.. Le bianche case del quartiere "Boccolicchio", il mercato ittico, luogo d'incontro degli oltre tremila addetti alla pesca; la copiosa flottiglia peschereccia, terza in Italia; a sera, lo " struscio" in Corso Manfredi, le botteghe artigianali, e, non ultima, la gastronomia, con i suoi genuini prodotti tipici, sono gli ingredienti per trascorrere una vacanza serena e spensierata a Manfredonia. E, "dulcis in fundo", il Carnevale sipontino con la sfilata di carri allegorici e gruppi di maschere, tra balli canti e suoni. Questa, dunque, è Manfredonia, porta del Gargano, centro pilota del Parco Nazionale del Gargano
San Giovanni Rotondo
In una conca al centro del Gargano, alle pendici del Monte Calvo, Giovanni Rotondodeve la sua fondazione agli antichi abitanti di Castelpirgiano, ed il suo nome ad un antico tempio di Giano a forma circolare sul quale fu in seguito edificata la chiesetta dedicata a San Giovanni Battista dai Longobardi.Federico II fortificò il paese edificandovi mura di cinta e ben 15 torri a difesa del promontorio garganico. Molte delle torri risultano oggi inglobate nell'abitato. Il centro storico è ricco di luoghi di devozione come la chiesa di Sant'Orsola e quella di Sant'Onofrio (del 1300) e la Cappella della Madonna di Loreto. La presenza di tanti luoghi di culto non sorprende trovandosi, San Giovanni Rotondo, lungo la Sacra Longobardorum, fra il Convento di San Matteo e l'abbazia della Madonna di Pulsano.La città è ormai indissolubilmente legata alla figura di Pioed al Santo deve la sua fama attuale. L'umile fraticello conserva intatta la sua carica spirituale a tanti anni dalla sua morte e il suo maggior miracolo, innegabile anche per i più scettici, è lì sotto gli occhi di tutti: [La Casa Sollievo della Sofferenza fiore all'occhiello della sanità privata italiana, all'avanguardia nella ricerca e nella cura delle malattie.Ed alla sua figura sono legate opere architettoniche di grande rilievo come la monumentale Via Crucis, ma anche la piccola Cappella di Santa Maria delle Grazie dove la presenza del Frate raccolto in preghiera davanti all'altare è ancora sentita dai tanti fedeli che affollano quotidianamente il Convento dei Cappuccini.Sono stati ultimati i lavori della nuova Chiesa del convento, progettata dall'architetto Renzo Piano, che può accogliere circa 10.000 fedeli in una struttura grandiosa e semplice, come fu la spiritualità e santità del Santo di Pietrelcina.vedere: La Monumentale Via Crucis con la statua bronzea del Santo realizzata da Francesco Messina, il complesso del Convento dei Cappuccini ed il plastico della Nuova Chiesa in costruzione, i reperti archeologici dell'antico Borgo Sant'Egidio e di La Curvara.
Peschici
Peschici si erge su di una rupe a picco sul mare e domina una baia fra le più belle di Italia. Qui la costa è costellata di numerose grotte dagli incantevoli colori dove il verde dei pini d'Aleppo si specchia nell'azzurro cristallino del mare.Le sue origini risalgono ad Ottone I che, per liberare il Gargano dai Saraceni, chiamò gli Slavi. Il capo di questi, Sueripolo, con il suo esercito li scacciò e fu remunerato dall'imperatore con le due colonie di Vico e di Peschici.Storiacamente la città è legata alle sorti dell'di Santa Maria di Calena, donata ai Benedettini delle Isole Tremiti dal Vescovo Leone della Diocesi di Siponto nel 1023. Anche il medievale castello che sorge sull'estremità della rupe apparteneva ai beni della Abbazia che svolse un ruolo economico- sociale molto importante per tutto il sec. XI.A due chilometri da Peschici sorge il piccolo della Madonna di Loreto, grande quanto una grossa barca. E' il santuario che un gruppo di pescatori di Peschici decise di costruire per atto di devozione verso la Madonna il cui intervento miracoloso aveva permesso loro di salvarsi in una notte di tempesta. I pescatori sciolsero il loro voto costruendo la cappella grande quanto la loro barca. Ospita diversi ex-voto marinari a forma di barche, remi e velieri. La Madonna di Loreto viene ricordata ogni secondo lunedì dopo Pasqua, quando gli abitandi del paese vi si recano ed è usanza consumare i tipici dolci pasquali a forma di cestelli con le uova sode chiamati “i canestredd”.Ricco di scorci suggestivi è il centro storico con le sue case costruite a picco sul mare e le tipiche coperture a cupola, tinte di calce bianchissima. Lungo la costa è possibile ammirare le antiche di avvistamentocostruite a protezione dalle invazioni turche nel sec. XVII.visitare: L'Abbazia di Santa Maria in Calena, la Baia di Manacore, la spiaggia Gusmai e la baia del Turco.e manifestazioni: Festa di Sant'Elia il 21 di Luglio, la Processione della Madonna di Loreto il secondo lunedì dopo Pasqua.
Vieste
Vieste è il centro più importante del Gargano bagnato dal mare, situato giusto al centro di una meravigliosa zona litoranea. Caratterizzata da lunghe e larghe spiagge di sabbia dorata e dalla costa alta e rocciosa che ospita bianchi arenili, Vieste è anche una delle città più antiche della Daunia. La sua origine è sia storica che mitologica. Nota è, infatti, la leggenda di Pizzomunno che si identifica con un bianco monolito che si staglia per 25 metri all'inizio del
bellissimo litorale che va incontro a Pugnochiuso. Secondo il mito Pizzomunno sarebbe stato, in realtà, un giovane tramutato in pietra dalle sirene, gelose del suo amore per la bella Cristalda. L'antichità di Vieste è confermata dal ritrovamento di reperti che sono venuti alla luce nel corso degli scavi effettuati nel territorio. Gli storici la identificarono con l'antica , anche se in zona sono visibili i resti di un'altra antica città, Merinum; di Vieste si parla per la prima volta intorno all'anno Mille. Già nel 1118 era sede vescovile. Dal suo porto nel 1176 partì per Venezia Papa Alessandro III, dove incontrò l'Imperatore Federico I.
Il borgo rimase libero da influenze esterne per secoli, fino a quando, come le altre città del Mediterraneo, venne assediata da turchi e pirati. Famosi sono rimasti nella tradizione e nella memoria viestana gli assalti ad opera del generale Acomatt, che la distrusse nel 1477. Nel 1554 per mano del corsaro Dragut Rais Vieste cadde rovinosamente, assistendo al massacro dei suoi cittadini. Fu del 1861 l'ultimo assalto che Vieste dovette subire ad opera di truppe irregolari che appoggiavano i Borboni.
Splendido è il suo borgo medievale, che, percorso da stretti vicoli e scalinate tra case bianche, sorge su un promontorio roccioso e, in cima ad esso, poco lontano dal Castello (che fu fatto erigere da Federico II nel 1240), la Basilica, uno dei più antichi esempi di architettura pugliese dell'undicesimo secolo. All'interno della Cattedrale vi è un'importante statua di legno raffigurante S. Maria di Merino.
Passeggiando nel borgo medievale si giunge nella piazza dove c'è il Seggio, edificio con orologio solare, sede del vecchio municipio, e nei pressi del Seggio è situata la Chiesa di S. Francesco, un antico monastero più volte distrutto dai turchi. Inoltre agli occhi del turista non può sfuggire la suggestiva Piazzetta Ripe, da cui si scorge in lontananza uno dei tanti " trabucchi ", antico strumento di pesca, formato da un intreccio di travi e di reti. Ma a Vieste si trova soprattutto una natura incontaminata, dove l'erosione del mare e dei venti ha creato grotte stupende e baie di indescrivibile bellezza, che costituiscono un susseguirsi di inestimabili tesori: Baia S. Felice e il celebre " Architiello ", la Baia di Pugnochiuso, Baia delle Zàgare con i suoi faraglioni, Baia di Campi, Vignanotica hanno reso Vieste famosa in tutto il mondo.
A circa 6 km da Vieste c'è una piccola chiesa dedicata al culto della Madonna del Merino, tanto sentito dai viestani. Ubicata all'interno di un sito archeologico, dove sono stati ritrovati i resti di un'antica villa romana, risalente al I sec. a. C., questa chiesa è oggi meta di pellegrinaggio soprattutto il 9 maggio di ogni anno, quando dalla Cattedrale di Vieste la tela raffigurante la Vergine viene accompagnata in processione. Storia e natura incontaminata fanno di Vieste un posto molto affascinante.
Descrizione ufficiale (+)